Commento del CIO, lunedì 15 giugno 2020
da metà marzo i mercati azionari conoscono praticamente un’unica tendenza: quella al rialzo. La scorsa settimana l’indice tecnologico statunitense NASDAQ ha addirittura raggiunto un nuovo massimo storico, nonostante la profonda recessione globale e le notevoli incertezze legate alla via d’uscita dalla crisi.
La ragione della rapida e in alcuni casi molto netta ripresa dei mercati azionari risiede negli enormi pacchetti di aiuti che i governi e le banche centrali, insieme, hanno stanziato e stanno mettendo in campo. Questi si differenziano dalla crisi finanziaria del 2008/2009 non solo per la portata, ma anche per la rapidità di azione dei governi e delle banche centrali. La politica monetaria e quella fiscale costituiscono così un enorme pacchetto di salvataggio che scongiura peggioramenti sia nell’economia reale che sui mercati finanziari.
A nostro avviso, ci sono buone probabilità che la congiuntura economica possa riprendere un notevole slancio nel secondo semestre e che l’economia possa tornare sulla strada della crescita. Restano però ancora da vedere la velocità e il dinamismo con cui ciò avverrà e quando la produzione tornerà ai livelli pre-crisi. I programmi di politica monetaria e fiscale rappresentano spesso assegni per il futuro e spetta alle aziende e ai consumatori – quindi in ultima analisi, a tutti noi – utilizzarli. Se rimaniamo in modalità crisi ancora a lungo, gli aiuti di politica monetaria e fiscale non avranno l’efficacia desiderata.
Inoltre non tutte le promesse sono state effettivamente portate a compimento. Mentre i programmi delle banche centrali probabilmente si mostreranno efficaci, per alcuni governi non è ancora chiaro in cosa sfoceranno concretamente i relativi programmi di crisi. Un caso esemplare in tal senso è il pacchetto pianificato dall’UE dal valore di 750 miliardi di euro. La sua approvazione richiede il consenso di tutti gli stati membri dell’UE. Non riteniamo che tale progetto fallirà (dopo tutto, ha il sostegno di Germania e Francia), ma il processo di voto potrebbe comunque riservare qualche sorpresa politica e provocare attriti nel processo di ricerca di una soluzione. L’UE, tuttavia, difficilmente può permettersi un fallimento di tale programma se non vuole mettere a repentaglio la sua capacità decisionale e di azione, quindi la sua legittimità in generale. Ne sapremo di più alla fine di questa settimana quando i capi di stato e di governo dell’UE discuteranno il vasto pacchetto di stimoli da 750 miliardi di euro.
Anche se alla fine i programmi verranno adottati e potranno mostrare i loro effetti, una cosa è chiara per quanto riguarda i mercati finanziari: i prezzi raggiunti a metà della scorsa settimana anticipano già molti sviluppi positivi e rappresentano anch’essi un assegno per il futuro.
Per noi, ora, gli aspetti importanti nella nostra politica di investimento sono due. Il pacchetto di salvataggio lanciato, che fa sperare in una ripresa dell’economia e in ulteriori aumenti dei corsi azionari. E le questioni e le incertezze ancora aperte legate all’attuazione delle misure.
Nel complesso, rimaniamo ottimisti per quanto riguarda il medio e lungo termine e nella nostra gestione patrimoniale ci orientiamo in funzione della quota azionaria strategica di lungo periodo. Siamo tuttavia ben consapevoli del potenziale rischio di delusioni nel breve termine in seguito ai notevoli aumenti dei prezzi registrati da metà marzo. Per questo, già a metà maggio, abbiamo di nuovo lievemente ridotto la nostra quota azionaria e siamo attualmente leggermente sottoponderati.
Dopo che i mercati azionari hanno confermato la loro tendenza al rialzo fino alla metà della scorsa settimana, giovedì scorso si sono registrate massicce prese di beneficio, in particolare negli Stati Uniti. A determinarle sono state le dichiarazioni della Banca centrale statunitense, che ha posto l’attenzione sulla difficile situazione economica e del futuro andamento congiunturale, contrastando con le sue considerazioni l’ottimismo, talvolta eccessivo, di alcuni investitori. Dopo i nostri consigli della scorsa settimana a favore di parziali prese di beneficio sulle azioni e di una prudente riduzione dell’esposizione al rischio del portafoglio, alla luce delle attuali correzioni dei corsi raccomandiamo il mantenimento delle posizioni azionarie.
Oggi, lunedì, i mercati azionari globali hanno registrato un’apertura negativa, dopo la notizia che a Pechino si registra una nuova ondata di coronavirus. I mercati azionari europei sono attualmente al ribasso tra il –2 e il –2,5 %. L’indice svizzero SMI cede circa l’1 % e pure per i mercati azionari statunitensi è attesa una debole apertura.
A seconda dell’indice (Dow Jones / Standard & Poor’s 500), le azioni statunitensi hanno attualmente perso circa il 10-14 % da inizio anno, quelle europee circa il 19%, quelle svizzere circa il 9% (indice SMI) e quelle cinesi (indice CSI 300) circa il 6,5 % (tutte le cifre al 15.6.2020, ore 9.15 circa, ora di Basilea, oscillazioni di mercato da inizio anno, valutate in CHF).
Ripetiamo ancora una volta che in questo contesto la paura è cattiva consigliera. Raccomandiamo di mantenere le posizioni azionarie. Desiderate ricevere regolarmente informazioni sull’attuale situazione di borsa? Abbonatevi ora alla nostra Investment Letter.