La quotidianità professionale di Jannine Probst è tutta orientata al futuro. Sono due le tematiche di cui si occupa, e a prima vista non hanno granché a che fare l’una con l’altra: le ipoteche e la formazione dei giovani collaboratori. Ma Jannine intravede parallelismi interessanti:
«Sono due tematiche con forti risvolti emotivi, di fronte alle quali non si può restare indifferenti. E in entrambi i casi, il nocciolo della questione è creare qualcosa che rimanga in ottica futura.»
È vero. Come specialista Ipoteche, spiana la strada a chi desidera avere un focolare domestico, una scelta che spesso è per la vita. E come responsabile Formazione professionale, aiuta le giovani leve a gettare le basi per una carriera di successo in ottica di lungo termine. «Ma quanto sono fortunata a potermi occupare contemporaneamente di entrambe le cose??»
La superimpegnata Jannine è anche mamma di un bimbo piccolo. E a soddisfarla, oltre alle mansioni che svolge, sono anche le condizioni quadro entro le quali può lavorare. «Apprezzo enormemente il fatto di poter svolgere compiti così entusiasmanti con un grado di occupazione del 60 per cento. Non è per nulla scontato. Ho potuto sperimentare di prima mano, in precedenti posti di lavoro, quanto spesso l’attenzione alla famiglia sia una dichiarazione di facciata che poi, alla prova dei fatti, viene miseramente disattesa».
Jannine è affascinata dalla possibilità di accompagnare i giovani collaboratori lungo un importante tratto della loro carriera professionale. «Posso contribuire in piccola parte al loro sviluppo, è un compito meraviglioso», si entusiasma.
Anche nel suo tempo libero non c’è spazio per la monotonia. «Anch’io – come tanti – da bambina ho frequentato la scuola di musica: niente più del flauto dolce, intendiamoci», ride Jannine. «Poi, un paio d’anni fa ho deciso che volevo imparare a suonare l’oboe, uno strumento a fiato piuttosto complesso. Ma volevo farlo, non c’erano santi. Così ho studiato solfeggio, ho preso lezioni private e ora suono nella banda del paese.»
Ma c’è qualcos’altro che per lei ha l’attrattiva di una musica celestiale... «L’impatto sonoro di uno stadio stracolmo di pubblico è davvero unico. Amo questa atmosfera. In famiglia siamo tutti tifosi del Bayern Monaco, nessuno escluso. Così ogni tanto ci mettiamo in viaggio e facciamo un bel bagno di emozioni.»
La superimpegnata Jannine è anche mamma di un bimbo piccolo. E a soddisfarla, oltre alle mansioni che svolge, sono anche le condizioni quadro entro le quali può lavorare. «Apprezzo enormemente il fatto di poter svolgere compiti così entusiasmanti con un grado di occupazione del 60 per cento. Non è per nulla scontato. Ho potuto sperimentare di prima mano, in precedenti posti di lavoro, quanto spesso l’attenzione alla famiglia sia una dichiarazione di facciata che poi, alla prova dei fatti, viene miseramente disattesa».
Jannine è affascinata dalla possibilità di accompagnare i giovani collaboratori lungo un importante tratto della loro carriera professionale. «Posso contribuire in piccola parte al loro sviluppo, è un compito meraviglioso», si entusiasma.
Anche nel suo tempo libero non c’è spazio per la monotonia. «Anch’io – come tanti – da bambina ho frequentato la scuola di musica: niente più del flauto dolce, intendiamoci», ride Jannine. «Poi, un paio d’anni fa ho deciso che volevo imparare a suonare l’oboe, uno strumento a fiato piuttosto complesso. Ma volevo farlo, non c’erano santi. Così ho studiato solfeggio, ho preso lezioni private e ora suono nella banda del paese.»
Ma c’è qualcos’altro che per lei ha l’attrattiva di una musica celestiale... «L’impatto sonoro di uno stadio stracolmo di pubblico è davvero unico. Amo questa atmosfera. In famiglia siamo tutti tifosi del Bayern Monaco, nessuno escluso. Così ogni tanto ci mettiamo in viaggio e facciamo un bel bagno di emozioni.»